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martedì 23 aprile 2024

Mina Anna Mazzini

Natalia Aspesi la titolò Tigre di Cremona

Mina Anna Mazzini
Mina, nome d'arte di Mina Anna Mazzini (Busto Arsizio, 25 marzo 1940), nasce a Busto Arsizio nel 1940 da Giacomo Mazzini, detto Mino, e Regina Zoni, detta Gina, originari cremonesi, che fanno ritorno a Cremona Nel 1943, quando Mina ha 3 anni.
Mina è a detta di tutti la più grande cantante italiana, ora naturalizzata svizzera.
Dopo il matrimonio del 10 gennaio 2006 con Eugenio Quaini è diventata Mina Anna Quaini secondo la consuetudine svizzera.
Erroneamente molte fonti riportano Anna Maria Mazzini come nome di nascita di Mina, che in realtà è Mina Anna Mazzini.
Annoverata tra le più grandi cantanti di tutti i tempi, è nota per le qualità della sua voce che si possono definire di soprano drammatico d'agilità, pur non avendo l'impostazione accademica del soprano classico.

Il suo strumento, dal timbro caldo e personalissimo, subito riconoscibile, è dotato di grande ampiezza, estensione e agilità ed è sostenuto da una tecnica saldissima; Mina si distingue anche per le doti interpretative e la ecletticità, che l'hanno portata ad affrontare con successo generi musicali spesso lontani tra loro. Sono svariate le canzoni in cui dimostra le sue innate capacità sotto l'aspetto della tecnica vocale, del senso ritmico e del virtuosismo.
Una per tutte: Brava.
Durante la sua carriera, Mina ha interpretato oltre 1.400 brani e venduto più di 150 milioni di dischi.
La sua carriera, lunga più di mezzo secolo, è iniziata alla fine degli anni cinquanta. Sulla scena internazionale ha raccolto il plauso di artisti quali Frank Sinatra, Louis Armstrong, Michael Jackson, Jennifer Lopez, Liza Minnelli, Céline Dion, Barbra Streisand, Aretha Franklin, Luciano Pavarotti, Maria Callas, Monica Naranjo e Giorgio de Chirico.

« Mina non ha avuto bisogno di andare in giro per il mondo per farsi conoscere ed apprezzare dalla gente: è la gente ad andare spontaneamente da lei, riuscendo a cogliere la sua anima anche senza vederla… » (Celine Dion)
È l'artista più presente in assoluto nelle classifiche di vendita italiane.
Decise di lasciare le scene alla fine del 1978, ritirandosi a vita privata e scegliendo di non far apparire più in pubblico la sua immagine. Il suo percorso professionale prosegue, da quel momento, quasi totalmente attraverso il manifestarsi della sua voce.
L'artista continua infatti ad incidere dischi con cadenza annuale, a condurre programmi radiofonici, a collaborare con alcune riviste e quotidiani in qualità di opinionista ed a prestare la sua voce in alcuni spot pubblicitari.

Solo nel 2001 si è fatta eccezionalmente riprendere nel suo studio di registrazione di Lugano (GSU), permettendo al pubblico di assistere alla nascita di un suo disco.
Il filmato, diffuso in streaming, ha registrato un record di contatti, con oltre 20 milioni di connessioni.
Nello stesso anno è stata insignita dell'onorificenza di Grande Ufficiale al Merito della Repubblica dal presidente Carlo Azeglio Ciampi.

Trasferitasi a Lugano nel 1966, ha ottenuto anche la cittadinanza svizzera nel 1989.
Nel corso della sua carriera ha inciso più di 1.400 brani e venduto oltre 150 milioni di dischi.
Dal 1958 ad oggi, il 2004 e il 2008 sono stati gli unici anni in cui Mina non ha pubblicato nessun nuovo brano.
Il suo album finora più venduto è stato Mina Celentano con 1.600.000 copie, cantato appunto in duo col Molleggiato.
A seguire, la raccolta Del mio meglio (1970), che ha superato il milione di copie.
Gli album di inediti più venduti sono stati Frutta e verdura (1973) e Attila (1979), il primo doppio album pubblicato dopo il suo ritiro dalle scene, che vede il debutto del figlio Massimiliano, allora sedicenne.
Diversi musicisti come Lucio Battisti, Pino Presti, Augusto Martelli, Gianni Ferrio, Bruno Canfora, Ennio Morricone, Tony De Vita, Gian Piero Reverberi, Vittorio Buffoli, Osvaldo Miccichè, Victor Bach, Riccardo Cocciante, Zucchero Fornaciari, Giorgia, Piero Pelù, Fausto Leali, Massimiliano Pani ed autori quali Fabrizio De André, Franco Califano, Gino Paoli, Alberto Testa, Mogol, Leo Chiosso, Maurizio Costanzo, Ghigo De Chiara, Paolo Limiti, Nino Romano, Adriano Celentano, Andrea Lo Vecchio, Cristiano Malgioglio, Renato Zero, Giorgio Gaber, Piero Cassano hanno dato un contributo significativo alla carriera artistica di Mina scrivendo per lei o duettandoci insieme.

Nonostante i vari musicarelli interpretati a inizio carriera, Mina non ha mai voluto abbracciare seriamente la carriera cinematografica sebbene non le siano mancate proposte di indubbio valore: le più celebri sono certamente quelle di Federico Fellini per i film Satyricon e Il viaggio di G. Mastorna, che non fu mai realizzato proprio per il rifiuto della stessa cantante.

Infanzia e adolescenza
Mina prima di Mina
Mina è uno dei simboli della città di Cremona da quando, all’inizio della sua carriera, la conterranea giornalista e amica Natalia Aspesi coniò per lei il soprannome Tigre di Cremona.
Poco tempo dopo il trasferimento nasce Alfredo, fratello minore di Mina, che morirà in un incidente stradale nel 1965 a soli ventidue anni.
Anch'egli aveva intrapreso la carriera di cantante, soprannominato dalla stessa Mina "Geronimo", per via del naso aquilino che lo rendeva somigliante all'omonimo capo indiano.
All'età di tredici anni il padre la iscrive alla Canottieri Baldesio, società sportiva frequentata dalla buona borghesia cremonese. Diventa una discreta nuotatrice, partecipa a diverse gare e in una competizione regionale si classifica seconda.
Proprio sul bordo della piscina intorno ai sedici anni, conosce il suo primo ragazzo, Daniele Parolini, prestante terzino della Cremonese, che è poi diventato cronista sportivo al Corriere della Sera. A infonderle l'amore per la musica è sua nonna Amelia, cantante lirica, che preme perché prenda lezioni di pianoforte, ma lo studio teorico non è fatto per lei. Dopo aver concluso le scuole medie presso il collegio di suore della Beata Vergine inizia a frequentare l'Istituto tecnico commerciale statale Beltrami, ma tale indirizzo non risponderà mai alla sua propensione: studia svogliatamente e alla fine del quarto anno lascia la scuola volgendosi alle proprie passioni.
Ha altri interessi, ama leggere, soprattutto libri di fantascienza, ma cantare è ciò a cui si dedicherà con più slancio e passione.
Si esibiva già a scuola, su richiesta dei compagni, nei momenti di ricreazione.

La carriera
Gli esordi alla Bussola e con gli Happy Boys

Nell'estate del 1958, come ogni anno, la famiglia Mazzini si trova per le vacanze estive a Forte dei Marmi, e come ogni sera, Mina con il suo gruppo di amici resta alla Bussola di Marina di Pietrasanta (in Versilia), fino a che l'orchestra ha finito di suonare; ma una sera, a differenza delle altre, gli amici sfidano scherzosamente una Mina giovanissima, ancora inesperta ma piena di entusiasmo e spontaneità, a salire sul palco: lei accetta e facendosi dare il microfono da Don Marino Barreto, cantante di quella serata, si esibisce senza alcun imbarazzo.

Il proprietario del locale, Sergio Bernardini, nelle sere successive dovrà frenarla dal salire continuamente sul palco per cantare. Mina nel 1958 è descritta come una deliziosa ragazza, molto solitaria, tranquilla e allo stesso tempo irrequieta, estremamente sensibile, "un po' matta", piena di entusiasmo e simpatia, che celano in realtà una profonda timidezza e paura, mai completamente vinte, con una voce fuori dal comune nutrita dall'ascolto di "mostri sacri" americani quali Frank Sinatra, Sarah Vaughan, Ella Fitzgerald, Elvis Presley, e una gestualità stravagante che si accompagna perfettamente all'innegabile e travolgente senso del ritmo.

In quegli anni a Cremona è presente un gruppo musicale che sta riscuotendo rilevante successo sia in ambito nazionale che internazionale: gli Happy Boys. La band, fondata nel 1949 da Nino Donzelli, di cui fanno parte anche il fratello Renzo alla chitarra, il pianista Giorgio Levi, il cantante-bassista Giacomo "Micio" Masseroli e il batterista Fausto Coelli, diventa ben presto famosa nelle balere della zona cremonese, nonché a Mantova, Parma, Piacenza. Nel 1954 vengono invitati alla Bacchetta d'oro Peziol, nota trasmissione radiofonica condotta da Nunzio Filogamo. L'impresario ebreo-egiziano Davide Matalon nel 1956 li scrittura per alcune serate in Italia e propone loro anche un contratto di tre mesi in Turchia. In un afoso pomeriggio di fine agosto del 1958, il giorno dopo aver assistito ad una loro esibizione al circolo Filodrammatici di Cremona, e dopo una sola settimana dalla sua prima improvvisata "esibizione" alla Bussola, Mina si reca a casa di Nino e Renzo Donzelli proponendosi come cantante. Una rapidissima dimostrazione delle proprie doti vocali e i ragazzi la accolgono subito nel gruppo, che ha già in programma varie serate nelle balere della zona per i giorni successivi.
La ragazza, desiderosa di parteciparvi, prova per tutta la settimana e fa la sua prima apparizione con gli Happy Boys il 14 settembre del 1958 a Croce Santo Spirito, una frazione di Castelvetro Piacentino: il nome con cui viene presentata è Mina Georgi. Il pubblico ne è entusiasta.

Il debutto vero e proprio avviene tuttavia qualche giorno più tardi, il 23 settembre 1958 a Rivarolo del Re, comune del cremonese: gli Happy Boys devono esibirsi alla serata finale della rassegna insieme a due cantanti famosissimi in quel periodo, Natalino Otto e Flo Sandon's, interpreti di molti successi e reduci da una partecipazione al Festival di Sanremo.
L'esibizione di Mina è entusiasmante a tal punto che il pubblico chiede a gran voce il bis. Tra gli organizzatori, se pur soddisfatti, c'è un certo imbarazzo, poiché il bis era previsto per Natalino Otto e Flo Sandon's, i quali se ne vanno un po' risentiti.
Alcuni anni dopo Flo Sandon's trovandosi ospite a  e ricordando l'episodio con lei, allora presentatrice della trasmissione, pubblicamente ammetterà: «Quella volta tu, Mina, mi hai rovinato la serata».

La stessa Mina ha ricordato quella prima volta a Rivarolo sul quotidiano La Stampa nel 22 settembre 2008: « Cinquant’anni spaccati fa, una lungagnona col vestito da cocktail sottratto di nascosto alla madre, saliva sul palco traballante di una balera lombarda. Si ricorda che l’abito era blu e bianco. Lucido. Si ricorda che dopo aver cantato la prima canzone, il titolo? no, è troppo, si arrabbiò perché la gente applaudiva. «Io canto per me. Cosa c’entrano loro?».
Non aveva le idee chiare. O forse era troppo lucida. Si ricorda che alla fine di quella primissima esperienza scappò via perché i genitori non sapevano... non volevano. A diciott’anni era d’obbligo ubbidire. Ma non l’aveva fatto. E doveva correre a rimettere l’abito a posto il più in fretta possibile. Si ricorda che poco dopo, dietro le sue insistenze, il padre aveva convinto la madre a lasciarla fare: «Tanto, cosa vuoi, durerà qualche settimana questa follia. Lasciamola fare».
La lungagnona, invece, è ancora qui che rompe le scatole con quel piccolo meccanismo misterioso che sono le canzoni. Che lei ama e rispetta. E... e... e la lungagnona non si ricorda altro. »

Sul settimanale Vanity Fair (n. 39/2011) del 5 ottobre 2011, ricordando Flo Sandon's scriverà: « Ho un dolcissimo ricordo di Flo Sandon’s che ho visto la primissima volta che sono salita su un palco. Lei e il marito, il grande Natalino Otto, erano le star della serata. Io, sconosciutissima, cantavo con un gruppo cremonese, per la prima volta, appunto. Eravamo in una classica balera lombarda. Alla fine ricordo che mi dissero: “Lei farà strada”. La prima cosa che mi stupì fu il fatto che mi dessero del lei e poi pensai: "...Questi due ..son matti…". »Anche gli Happy boys sono entusiasti di Mina e Nino Donzelli invita il manager Matalon ad assistere all'esibizione successiva prevista a Casteldidone.

Agli "Happy boys" preferisce in seguito i "Solitari", ed è proprio con loro che al Festival rock che si tiene nel 1959 a Milano presenta un brano lanciato qualche mese prima al Festival di Sanremo da Betty Curtis e Wilma De AngelisNessuno: la sua interpretazione stravolge la canzone, rendendola più rock grazie ad un cantato swing che si distanzia anni luce dalla melodia della pur brava Betty Curtis, e da qui la carriera di Mina decolla; viene anche chiamata a presentare quel brano a Lascia o raddoppia, il celebre programma a quiz condotto da Mike Bongiorno, ed il settimanale Sorrisi e Canzoni le dedica la copertina, con la scritta "Nel mondo della canzone è esplosa una Mina". 
Elio Gigante, che ha già lavorato con Totò ed Anna Magnani, diventa il suo manager, organizzandole spettacoli in tutte le sale da ballo d'Italia.
Il successo discografico continua con Tintarella di lunaFolle banderuola, Serafino campanaro ed Una zebra a pois (quest'ultima scritta da Lelio Luttazzi), e nel 1960 Mina approda al Festival di Sanremo con due brani, E' veroNon sei felice, che però ottengono un successo inferiore alle aspettative.

E' invece un grande successo nello stesso anno una canzone scritta da un nuovo cantautore emergente genovese, Gino PaoliIl cielo in una stanza. Nel 1961 Mina ritenta la carta del Festival di Sanremo con Io amo tu amiLe mille bolle blu; pur andando meglio dell'anno precedente, non riesce a vincere e decide di non partecipare più al Festival; spesso però la Tigre di Cremona (così comincia a soprannominarla la stampa) reincide dei brani che a Sanremo passano inosservati immeritatamente. Mentre continuano i successi discografici (la bellissima Come sinfonia, scritta da Pino DonaggioDue noteMoliendo cafeRenatoChihuahua, Eclisse twist, con il testo scritto dal regista Michelangelo Antonioni, che la inserisce nella colonna sonora del suo film L'eclisse) scoppia il caso Mina: la cantante conosce l'attore Corrado Pani e se ne innamora, restando incinta.

Pani però è sposato, anche se in corso di separazione, con Renata Monteduro (che tra l'altro querela i due per concubinaggio), e la rigida morale bacchettona dell'epoca non può tollerare una cosa del genere, per cui Mina viene inserita nella "lista nera" degli ospiti indesiderati in Rai, non potendo più apparire in trasmissioni televisive per promuovere i suoi dischi (ed essendo sostituita da Rita Pavone per la conduzione di "Studio uno"): inoltre sulla stampa italiana si grida allo scandalo, come qualche anno prima si era fatto per il grande Fausto Coppi e Giulia Occhini, la "Dama bianca".
Il 18 Aprile 1963 nasce Massimiliano Pani, che la mamma soprannomina Paciughino e che avrà un brillante futuro come arrangiatore e musicista.
Nel frattempo continuano uscire dischi di Mina, tra cui una canzone scritta da Dario FoStringimi forte i polsiStessa spiaggia stesso mare e La ragazza dell'ombrellone accanto, ma il boicottaggio radiotelevisivo ha come conseguenza un calo nelle vendite, per cui la Italdisc non le rinnova il contratto.

Mina passa allora alla Ri-Fi il cui direttore, Tonino Ansoldi, è l'unico discografico che ha ancora fiducia in lei. Il rilancio avviene nel 1964 con due 45 giri, Città vuotaE' l'uomo per me, e nel 1965 con due delle più belle canzoni mai cantate da Mina: Un'anno d'amore, scritta da Nino Ferrer (ed arrangiata dal maestro Augusto Martelli, che sostituisce Pani nel cuore di Mina), e E se domani, canzone presentata al Festival di Sanremo del 1965 con scarso successo dal suo autore Fausto Cigliano.
Anche la Rai deve cedere, e la richiama per condurre uno show costruito su misura per lei, Studio Uno: in questa occasione Mina lancia una canzone scritta dal maestro Bruno Canfora appositamente per mettere in evidenza il suo talento vocale, Brava; anche nel 1966 conduce una nuova serie di Studio Uno.

Il 1966 è anche l'anno di Se telefonando, un testo del giovane giornalista Maurizio Costanzo messo in musica dal maestro Ennio Morricone, un'altra grandissima canzone e di un altro brano di Donaggio dopo Come sinfoniaUna casa in cima al mondo. Mina si accosta poi alla musica brasiliana, ed uno dei suoi successi del 1967 è la versione italiana di una canzone scritta dal grande cantautore Chico Buarque de HollandaA banda (che diventa La banda); nello stesso anno incide la sua versione di una bella canzone scritta da Don Backy e lanciata da Johnny Dorelli al Festival di Sanremo, L'immensità, e poi ConversazioneSe c'e' una cosa che mi fa impazzire.

Scaduto il contratto con la Ri-Fi Mina fonda insieme con il padre una sua casa discografica, la PDU, nell'Agosto del 1967; tra le prime incisioni per la nuova etichetta c'e' La canzone di Marinella di Fabrizio De Andrè, che attira l'attenzione sulla produzione del cantautore genovese. Alla fine dello stesso anno esce l'album Dedicato a mio padre, e nel 1968 lancia Vorrei che fosse amore (sigla della "Canzonissima" di quell'anno, che Mina presenta insieme a Walter Chiari e Paolo Panelli) e La voce del silenzio, uno dei suoi capolavori, versione di una canzone presentata anche questa a Sanremo da Dionne Warwick.

Il 1969 e' l'anno di Non credere, scritta per lei da Mogol e Roberto Soffici, mentre nel 1970 Mina si sposa con il giornalista del Messaggero Virgilio Crocco e continua a mietere successi con Bugiardo e incosciente (traduzione di Paolo Limiti di un brano del cantautore spagnolo Juan Manuel Serrat),
InsiemeIo e te da soli, entrambe scritte da Mogol e Lucio Battisti, la coppia di autori in quegli anni di maggiore successo, che compone per Mina ol'anno seguente Amor mioLa mente torna; tra l'altro in questi 45 giri collabora con la Tigre di Cremona un giovane gruppo destinato al successo anche oltreoceano, la Premiata Forneria Marconi.

E' un momento felice anche nella vita privata: l'11 Novembre del 1971 nasce Benedetta, la secondogenita. Nel 1972 c'e' il ritorno in televisione, con il programma Teatro 10, in coppia con Alberto Lupo con il quale interpreta la sigla finale Parole parole: è un altro grande successo che si accompagna a quello di una canzone scritta da Tony RenisGrande grande grande, certamente fra i suoi brani più noti. 

Nel 1973 il marito Virgilio Crocco muore in un incidente stradale negli Stati Uniti, investito da un pirata della strada; continuano i successi discografici con E poi, scritta dall'ex Rokes Shel Shapiro, e con un LP interamente dedicato a Franco CalifanoAmanti di valore (che sarà il primo disco solo con canzoni di un autore).
Altro successo televisivo è la trasmissione Milleluci, nel 1974, condotta insieme a Raffaella Carrà, la cui sigla Non gioco più, con la partecipazione di Thoots Thielmans all'armonica a bocca, domina l'hit-parade.

Il 1978 è l'anno della sua ultima esibizione dal vivo, alla Bussoladomani di Viareggio, immortalata nel Live '78, in cui incide anche due canzoni di uno sconosciuto cantautore genovese, Ivano FossatiStasera io quiNon può morire un'idea. In quello stesso anno abbiamo anche l'ultima apparizione televisiva ufficiale, il video con la sigla finale del programma Mille e una luceAncora ancora ancora.
Da quest'anno in avanti Mina vive in isolamento in Svizzera, a Lugano (otterrà anche la cittadinanza elvetica), facendo uscire ogni anno periodicamente un disco doppio, uno con cover e l'altro con brani inediti, collaborando con il figlio Massimiliano come arrangiatore (Attila nel 1979, Kyrie nel 1980, Salomè nel 1981 e così via).

Da qui in poi la cantante si ritira dalle scene, ma rimane sempre vicino al pubblico attraverso i suoi album, che escono ad una scadenza quasi annuale. In ognuno di questi Mina si contraddistingue per la sua grande classe e la sensibilità interpretativa.
Molte sono le collaborazioni artistiche da lei effettuate nel corso di questi anni, tra gli altri ritroviamo Adriano Celentano, Piero Pelù, Mick Hucknall...
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